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domenica 26 giugno 2011

il cavaliere contro la libertà di stampa

IL SIGNORE MAGRO - Che cosa pensa de L'ultimo giorno di un condannato?
ERGASTO - In fede mia, signore, non l'ho letto e non lo leggerò. Sembra che ci sia un capitolo contro la religione e un capitolo contro la monarchia. Se fossi procuratore del re...
IL CAVALIERE - Già, procuratore del re; e la Carta [costituzionale elargita da Luigi Filippo ai francesi all'atto di salire al trono nel 1830], e la libertà di stampa? Nondimeno, un poeta che vuol sopprimere la pena di morte è odioso. Ah, ah, sotto l'antico regime se qualcuno si fosse permesso di pubblicare un romanzo contro la tortura... Ma, dopo la presa della Bastiglia, si può scrivere tutto; e i libri fanno un male terribile.
IL SIGNORE GRASSO - Terribile! Si stava tranquilli, non si pensava a niente, di tanto in tanto, in Francia, si tagliava una testa qua e là, al massimo un paio alla settimana, e tutto senza rumore, senza scandalo. Non se ne diceva niente, nessuno ci pensava; ed ecco qui un libro... un libro che fa venire un terribile mal di testa.
ERGASTO - Ciò turba le coscienze. Ah, che libro abominevole!
IL CAVALIERE - Ah, i nostri tempi! Come si è depravato tutto dopo d'allora, il gusto e i costumi.
IL FILOSOFO - Ma, non si pranza in questa casa?

(Victor Hugo, Una commedia a proposito di una tragedia, prefazione in forma di dialogo inserita nella quarta edizione de L'ultimo giorno di un condannato)

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