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martedì 30 agosto 2011

aracnoni e scempiristi

Aracnoni. Viene chiamato così un gruppo di tipi noiosi e dogmatici (anche noti come razionalisti) che si prefigge di rifondare l'edificio del sapere sulla base di evidenze inconfutabili (o presunte tali) e che qualcuno paragona a ragni che ricavano dalla loro stessa bava la materia per le intricate costruzioni mentali che enunciano. Gli Aracnoni sono, infatti, matematici pignoli che, partendo dal teorema di Euclide, pretendono di spiegare l'universo, avvalendosi di idee innate e concetti aprioristici mai verificabili dall'esperienza. Per entrare nei meandri del loro pensiero è necessario pertanto mettersi comodi, togliersi le scarpe, preparare il bricco del tè se è inverno, tirare fuori il ghiaccio dal frigo se è estate, accendersi una sigaretta se si è ancora "tossici", armarsi di tanta buona volontà e ingaggiare la sfida con questi tizi.
Gli Scempiristi sostengono, invece, che ogni eventuale teoria del mondo deve essere costruita con cautela, passo dopo passo, con l'aiuto dell'esperienza, senza mai allontanarci da quello che ci mostra e con la precisa consapevolezza che in fondo non siamo che scimmioni, risaliti geneticamente, che tentano di capirci qualcosa su quello che ci circonda. Tra di essi c'è chi mette in discussione il concetto di sostanza, cioè l'idea stessa che la realtà possa essere individuata attraverso le impressioni che riusciamo a farci di essa, chi arriva addirittura a negare l'esistenza di un mondo che sia indipendente dal soggetto che crede di percepirlo, chi porta l'attacco ancora più a fondo, alla cittadella dell'io, negando l'esistenza del soggetto.
Come a dire, insomma, che l'esperienza ci insegna che non possiamo essere esperti di un bell'accidente.
 
(da Zap Mangusta, I calzini di Hegel) 

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