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martedì 9 agosto 2011

un'etica marmorea

Le sculture neoclassiche, in particolare quelle di Canova, mi hanno sempre fatto pensare all'etica di Kant. Il loro marmo bianco e liscio li ho sempre collegati ai caratteri di questa morale formale e rigorosa.
In matematica una formula determina esattamente ciò che bisogna fare per risolvere un problema. Lo stesso succede per la morale kantiana: la formula dell’imperativo categorico permette di compiere meglio il proprio dovere. La formula, però, dà solo la forma (formalismo), ma non può prevedere tutte le condizioni in cui l’uomo che la applica si troverà. La moralità è l’agire per dovere e non soltanto in conformità al dovere (rigorismo). È il disinteresse: lo sforzarsi ogni volta di purificare al massimo l’intenzione direttrice dell’atto.
canova, teseo e il minotauro
Ma tra tutte le opere di Canova, una in particolare la lego alla teoria di Kant sulla morale: Teseo e il Minotauro. La vittoria sul mostro mitologico può ben rappresentare, secondo me, lo sforzo di purificazione dall'interesse egoistico di cui si diceva prima, nonché la lotta della ragione contro la sensibilità, l'istinto, il sentimento.
Il solo sentimento, infatti, n
on può determinare un’azione morale. Tuttavia, secondo Kant, esso può mantenere comunque un ruolo positivo: si prova dolore, sofferenza, quando il dovere entra in conflitto con le inclinazioni egoistiche, e un’umiliazione dell’amor proprio; ma ciò fa emergere l’amore di sé, il rispetto, di sé, degli altri, della legge. Il rispetto è un movente soggettivo, ma non empirico, della volontà buona. Dato che l’uomo è un essere sensibile oltre che razionale, bisogna che agisca spinto anche dal sentimento. Il dovere può determinare la volontà più facilmente attraverso un sentimento che lo esprime senza alterarlo, e questo sentimento, che nasce dall’incontro tra ragion pratica e sensibilità, è il rispetto, che da una parte umilia l’amor proprio, e dall’altro dà l’idea della grandezza della persona razionale, provvista di dignità. In esso si fa strada la possibilità per l’uomo di sentire una dimensione della propria vita più alta, più ricca. È un sentimento razionale. Un effetto della ragione sulla sensibilità, l’eco della razionalità sulla sensibilità.

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