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lunedì 23 maggio 2011

un fotografo anticartesiano

La sequenza finale del film Blow-up di Michelangelo Antonioni svolge con estrema chiarezza, attraverso le sole immagini e senz’alcuna parola, il tema della percezione del reale e dei dubbi che lo sfuggente confine tra il reale e l’immaginario inevitabilmente fanno emergere.
La soluzione finale del conflitto tra il reale e l’immaginario, tra il vero e il falso, scava tra Cartesio e Antonioni un abisso incolmabile: mentre il primo dinnanzi al dubbio opta per la realtà scoperta a furia di argomentazioni lasciando da parte il mondo dei sogni, Thomas , il protagonista del film, opta chiaramente per l’indeterminazione della verità, lasciando stavolta da parte le pretese evidenze oggettive (come per esempio la fotografia, dapprima garante di restituzione esatta di un reale che alla fine si è rivelato più fugace che mai). In realtà l’accaduto fa in modo che il fotografo metta per la prima volta in discussione proprio l’affidabilità della macchina fotografica, nonché la sua prepotente garanzia di oggettività.
Diversamente dalla filosofia cartesiana, il film rappresenta una sconfitta dell’oggettività in favore di un multiprospettivismo perennemente oscillante, come se l’incertezza sistematica e la totale mancanza di fondamenta del campo visivo rappresentassero la scelta più adatta per un essere finito come l’uomo.
Il film mostra inoltre, secondo quanto aveva osservato anche Cartesio, che i sensi a volte ci ingannano. In Blow-up non esiste però alcuna via d’uscita razionale basata sul soggetto (il cogito) alla situazione di dubbio imposta dall’ambiguità dell’accaduto; non c’è modo per il fotografo di trovare in se stesso quella dimensione priva di dubbi che gli permetterebbe d’appoggiarsi a qualcosa di stabile nonché, forse, di rifiutarsi, alla fine del film, di raggiungere la pallina immaginaria dei mimi per mostrare che quella pallina non esiste, non c’è.
Blow-up finisce così per configurarsi come un trionfo del genio maligno, e di un radicale scetticismo nei confronti dell’esistenza di Dio nonché della bontà della nostra costituzione naturale.



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