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martedì 2 agosto 2011

i mandarini di proust

Mentre mi tiravo su, lei si rilassò, e ci baciammo di nuovo. Mi persi ancora in lei. Dio, cos'hai sulle labbra? mormorai. Questo profumo mi riporta indietro.
Dove?
Le stavo leccando la bocca.
Solo, tipo, indietro. Nel passato. Sto rivivendo la mia adolescenza.
Per un lucidalabbra?
Già, sospirai. È come con i mandarini di Proust.
Vuoi dire le madeleine.
Già, come con quei piccoli mandarini.
Come... hai fatto ad avere questa cattedra?
(Bret Easton Ellis, Lunar Park)
 
Secondo Bergson è attraverso il corpo, strumento di selezione per sottrazione o diminuzione, che il soggetto ritaglia dall’universo delle immagini una porzione significativa di esso, che va a costruire la sua rappresentazione dell’oggetto e la sua coscienza.
La percezione non è un’attività contemplativa e disinteressata ma pratica ed interessata, svolta anche in base ai ricordi che albergano nella memoria (il cui tempo è la durata, la simultaneità di tutti i ricordi): la memoria orienta la percezione e la percezione attiva contenuti della memoria altrimenti obliati.
Che si tratti di mandarini, madeleine o lucidalabbra...

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